Dopo quasi un’anno e mezzo di attesa arriva su Netflix la terza stagione di Sex Education, una delle serie più attese della piattaforma.
La serie continua a seguire le vicende dei vari protagonisti, concentrandosi sulla loro processo di maturazione sessuale e psicologico. In questa nuova stagione vengono introdotte alcune new entry e approfonditi molti altri aspetti della psicologia di quello che inizialmente potevano sembrare solo personaggi marginali.
In più viene dato maggior rilievo all’aspetto emotivo dell’adolescenza, toccando argomenti come l’identità di genere, il coming out come processo di crescita personale, il difficile rapporto della nuova generazione con la società moderna.
Dobbiamo dirvelo subito: questa stagione molto probabilmente vi deluderà.
Già dal primo episodio di questa terza stagione di Sex Education notiamo che c’è qualcosa di diverso: è passata una sola estate e le carte in tavola sembrano completamente cambiate (non facciamo spoiler per non rovinarvi la sorpresa). Non abbiamo più solo 2/3 protagonisti ma ben 7 o 8 personaggi centrali che seguiremo passo passo nella loro crescita. Otis e Meave, ironicamente, sono quelli che avranno l’evoluzione minore per lasciare spazio ad altre storie da approfondire. Adam e Eric avranno entrambi dei momenti molto toccati, un processo il loro davvero tenero e fondamentale per la loro crescita. Decisamente i personaggi più riusciti e approfonditi.
Tutto il resto sà terribilmente di “già visto”.
Tanto fumo… niente arrosto.
L’istituto di Moordale non è più lo stesso dopo lo spettacolo di fine anno che è costato la poltrona del preside. Quest’anno c’è una nuova reggente pronta a cambiare per sempre le regole della scuola: uniformi, linee sparatorie nei corridoi, gogna per gli studenti peggiori ma soprattutto non si parla di sesso.
In questo forte clima di tensione i nostri protagonisti dovranno trovare i propri spazi, spesso tornando proprio sui loro traguardi ottenuti l’anno precedente, mentre altri combatteranno per la libertà di uscire dagli schemi senza dover rientrare nelle regole sociali.
La decisione di seguire così tante storie parallele è inizialmente molto stimolante, ma ci si rende presto conto che è altamente improduttivo: al termine dei 10 episodi è cambiato poco e niente e le questioni più salienti sono passate in secondo piano. Una stagione che sembra essere stata allungata per ricavarne una quarta stagione (si, ci sarà per forza di cose) e che non porta assolutamente niente di nuovo alla stagione.
La terza stagione di Sex Education per quanti divertente e fruibile, non brilla come le precedenti anzi abbassa di molto l’asticella della qualità per forzare la narrazione. Decisamente una delusione per quanto ci riguarda.