Delta – Recensione del film con Alessandro Borghi

2.5/5

Il film Delta, diretto da Michele Vannucci e con protagonisti Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio, è un western contemporaneo che racconta la storia di due uomini opposti che si trovano a dover lottare per la propria sopravvivenza in una terra di nessuno. Il volontario ambientalista e il bracconiere si scontrano in un conflitto di interessi che mette a dura prova i loro valori e la loro integrità morale.

Il tema principale del film è la lotta tra l’uomo e la natura, rappresentata in particolare dalla figura del volontario ambientalista che cerca di proteggere l’habitat naturale del delta dal bracconaggio e dalla caccia illegale. Questo conflitto si sviluppa in modo molto realistico e senza esagerazioni, dimostrando una grande attenzione da parte del regista alla descrizione della vita in queste zone remote e spesso dimenticate.

 

Inoltre, il film esplora temi profondi e attuali come la perdita della propria identità e l’alienazione dall’ambiente naturale a causa della modernizzazione e dell’urbanizzazione. La figura del bracconiere, in particolare, rappresenta una sorta di ultima resistenza della vecchia cultura rurale, che si scontra con le nuove norme ambientali e i nuovi stili di vita cittadini. Questo scontro tra vecchio e nuovo, tradizione e modernità, rende il film ancora più interessante e attuale, ponendo domande importanti sulla sostenibilità della nostra società e sul nostro rapporto con la natura.

La pellicola si distingue per la maestria tecnica della regia e della fotografia, che valorizzano al massimo la scenografia naturale del delta del fiume Po. Il contrasto tra il fango e la nebbia tipica delle zone umide del delta crea una suggestiva atmosfera che fa da sfondo alla vicenda. Anche l’interpretazione degli attori è di altissimo livello, in particolare quella di Borghi e Lo Cascio, che riescono a trasmettere tutta la complessità dei loro personaggi con intensità e credibilità. Tuttavia, nonostante questi indubbi pregi, il film non riesce a mantenere un ritmo costante, mancando di mordente e di incisività nella narrazione.

The Review

3.5 Score

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