El Conde – Recensione #venezia80

3/5

Cinquant’anni dopo il tragico colpo di Stato cileno dell’11 settembre 1973, il regista Pablo Larraín ci porta in un viaggio unico attraverso la storia del Cile contemporaneo con il suo nuovo film, “El Conde”, ora disponibile su Netflix. Larraín, noto per film come “Jackie” e “Ema”, utilizza questa volta un approccio ambizioso e audace per affrontare la figura di Augusto Pinochet, il dittatore cileno responsabile di un regime brutale che ha segnato il paese per decenni.

“El Conde” è una commedia nera ambientata in un mondo in bianco e nero di orrore espressionista, che tratta con ironia e decisione l’impatto devastante degli anni di Pinochet sul Cile contemporaneo. Questo film trasforma Pinochet in una sorta di vampiro, un succhiasangue che ha prosciugato la vita dal suo paese, responsabile della scomparsa di migliaia di persone durante il suo regime. Questo tema atroce è stato precedentemente affrontato da Larraín nei film “Post Mortem” e “No”, oltre che da altri registi nel cinema internazionale. La scelta di Larraín di rappresentare Pinochet in questo modo arriva nel cinquantesimo anniversario di quegli eventi tragici.

Il film ci presenta Augusto Pinochet, interpretato dal veterano Jaime Vadell, come un essere mitologico che ha attraversato i secoli, nato come Claude Pinoche durante la Rivoluzione francese. Dopo aver assistito alla caduta di Luigi XVI, arriva in Cile e si impone come autocrate e assassino. Il suo obiettivo è utilizzare i suoi poteri soprannaturali per reprimere qualsiasi possibile rivoluzione. Il film utilizza immagini di repertorio, una colonna sonora iconica, un voice-over irriverente e momenti di satire per mettere in discussione la figura di Pinochet.

Larraín ci mostra un Pinochet “eterno” nel nostro mondo, morto solo nel 2006 senza mai affrontare un processo per i suoi crimini. Questa impunità ha alimentato il suo status di “eterno”, un fatto doloroso ma veritiero, secondo il regista. Il film si sviluppa attraverso un viaggio narrativo guidato da Larraín e dalla suora Carmencita, interpretata da Paula Luchsinger, che funge da voce della coscienza del racconto e del popolo cileno. Carmencita rappresenta il popolo cileno e accusa Pinochet di tutte le sue azioni riprovevoli in un lungo elenco.

“El Conde” è un film ambizioso che affronta un periodo oscuro della storia cilena in modo unico. Nonostante alcuni momenti didascalici, il film riesce a trasmettere un senso di grandezza e a stimolare la riflessione. Questo Cile contemporaneo è in grado di guardare al suo passato e di mettere finalmente alle spalle uno dei periodi più oscuri della sua storia e, di conseguenza, dell’intera umanità. Un film difficile ma importante che invita il pubblico a riflettere sulla complessità della storia e delle figure storiche. “El Conde” è un viaggio cinematografico che sfida le aspettative e offre una prospettiva unica sulla storia recente del Cile.

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