Ferrari – Recensione

2/5

Michael Mann torna al cinema con “Ferrari”, un biopic che racconta la storia di Enzo Ferrari e la sua iconica casa automobilistica. Nonostante l’aspettativa per un film che combina la passione per i motori con una narrazione avvincente, il risultato finale lascia parecchio a desiderare, rivelandosi una corsa che fatica a rimanere in pista.

Trama e Ambientazione

“Ferrari” si svolge nel 1957, un anno cruciale per Enzo Ferrari, interpretato da Adam Driver. Il film si concentra su un periodo particolarmente turbolento della sua vita, sia personale che professionale. Da una parte, la Ferrari sta affrontando difficoltà finanziarie e la pressione delle competizioni automobilistiche. Dall’altra, la vita privata di Enzo è segnata dalla perdita del figlio Dino e dalle tensioni con la moglie Laura, interpretata da Penélope Cruz. La trama cerca di bilanciare questi due aspetti, ma spesso risulta disgiunta e confusa.

Stile e Regia

Michael Mann è noto per il suo stile visivamente impressionante e la sua attenzione ai dettagli, ma in “Ferrari” sembra mancare il tocco magico che ha caratterizzato i suoi lavori precedenti. Le scene di corsa, pur ben realizzate, non riescono a trasmettere l’adrenalina e l’emozione che ci si aspetterebbe. La regia appare incerta, con un ritmo narrativo che alterna momenti di grande intensità a passaggi lenti e poco coinvolgenti.

Performance degli Attori

Adam Driver offre una performance solida nel ruolo di Enzo Ferrari, ma è penalizzato da una sceneggiatura che non gli permette di esplorare a fondo la complessità del personaggio. Penélope Cruz, nel ruolo di Laura, riesce a infondere un po’ di vita in un film altrimenti piatto, ma anche la sua interpretazione è limitata da dialoghi spesso banali e una caratterizzazione superficiale. Shailene Woodley, che interpreta Lina Lardi, l’amante di Ferrari, non riesce a lasciare un segno significativo.

Tematiche e Narrazione

Il film tenta di esplorare tematiche profonde come il dolore, l’ambizione e la resilienza, ma lo fa in modo frammentario e poco convincente. La narrazione non riesce a intrecciare efficacemente le vicende personali di Ferrari con il dramma professionale, risultando in una storia che sembra procedere per episodi slegati piuttosto che per un arco narrativo coeso. Questo difetto strutturale impedisce allo spettatore di immergersi veramente nella storia e di sviluppare un legame emotivo con i personaggi.

Le reazioni della critica sono state miste, con molte recensioni che hanno evidenziato le stesse problematiche. Il film è stato criticato per la sua mancanza di coerenza narrativa e per la superficialità con cui tratta la complessità della figura di Enzo Ferrari. Nonostante alcune buone performance individuali, “Ferrari” non riesce a raggiungere le vette emotive e drammatiche che ci si potrebbe aspettare da un biopic di questo calibro.

“Ferrari” di Michael Mann si presenta come una grande occasione mancata. Nonostante un cast di talento e una storia di base ricca di potenziale, il film non riesce a decollare, offrendo un’esperienza cinematografica che lascia lo spettatore insoddisfatto e deluso. Un film che, come una macchina da corsa mal tarata, non riesce mai a trovare la giusta traiettoria.

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