Indiana Jones e il quadrante del destino – Recensione

3/5

“C’è poco da dire, mi aspettavo di più” – queste sono state le prime parole che mi sono venute in mente dopo aver assistito all’ultima avventura di Indiana Jones. Nonostante la presenza di un Harrison Ford in splendida forma, che si è addirittura mostrato a petto nudo, il film non è riuscito a soddisfare appieno le aspettative dei fan. Tuttavia, nonostante le sue mancanze, è innegabile che il fascino di Ford sul grande schermo sia ancora intatto, dimostrando di essere l’unica e vera colonna portante di questo capitolo conclusivo.

Nel nuovo film, Indy ha al suo fianco una nuova protagonista, interpretata da Phoebe Waller-Bridge, che si impegna a sostenere il peso di più di due ore di storia. Ma purtroppo, queste ore sembrano farsi sentire soprattutto nella parte centrale del film, dove il ritmo rallenta a tal punto da diventare quasi insostenibile. Inoltre, la debole evoluzione degli eventi che conducono al risvolto finale delude le aspettative, lasciando un senso di mancata opportunità per una conclusione più efficace.

Nonostante tutto, il film si lascia guardare e presenta un’atmosfera che richiama molti altri film d’avventura. La presenza di ironia e una sottile dimensione propria contribuiscono a rendere il film interessante, anche se in modo limitato.

Personalmente, ritengo che questa fosse l’occasione perfetta per un fan service che avrebbe reso tutto perfetto. Quando si decide di concludere una saga iniziata più di 40 anni fa, è fondamentale sfruttare ogni arma a disposizione per suscitare emozioni mai provate prima. Purtroppo, per quanto mi riguarda, questo film non ha avuto l’effetto desiderato.

Grazie di tutto, Indy. Hai sicuramente segnato la storia del cinema, ma stavolta l’addio non è stato all’altezza delle nostre speranze.

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